
OPERE D’ARCHIVIO
AVVENTURA R.
[…] Creo riutilizzando il materiale di cui dispongo trovando, tramite il pensiero creativo, la nuova realtà del mio archivio.
Mi piace pensare di lavorare ad un’ecologia dello sguardo, uscendo dalla logica consumistica del “nuovo è sempre meglio” che ci porta a non voler vedere il potenziale di ciò di cui già disponiamo.
[…] Attraverso questo progetto non lavoro unicamente sulle possibilità che il mio archivio mi offre, ma ho il potere di creare delle mie personali realtà che partono dal mondo in cui vivo, ma che sono manipolate al punto da creare paesaggi tutti miei, personali e ideali. In questo modo la fotografia diventa per me un alfabeto visivo, con il quale posso riscrivere la realtà di cui faccio esperienza e offrirla poi al mondo, cercando in qualche modo di far esistere la mia realtà immaginaria attraverso queste opere.
DARK WATER
Raffaele BALLIRANO
L’acqua è imperscrutabile nei suoi percorsi e in tutta una serie di connessioni. La qualità intrinseca dell’elemento può manifestarsi in innumerevoli manifestazioni e fattispecie. Queste possono essere pacifiche, ma anche violente. Può dare vita, ma anche toglierla.
È della stessa natura dell’animo umano nelle sue espressioni. Il lato Dark dell’acqua trovi, secondo me, proprio nella comparazione con l’indole umana, la migliore estrinsecazione. Forse nella sua torbidità, l’acqua ha un lato positivo in più. Qualunque sia il suo percorso, abbandona prima o poi il suo lato Dark, presentandosi limpida e fresca.
Mi piace pensare che il suo flusso è come quello della vita: a volte ristagna in attesa di prendere una direzione, a volte impetuoso sicura della sua direzione. Magari andiamo alla deriva in acque torbide, poi tornerà limpida, il torrente scorre e tutto torna trasparente.
Ore serviamola qualsiasi forma essa assuma… forse, oltre che per nostra tutela, avremmo qualcosa da imparare.


LAST YEAR. ONE DAY AT A TIME
Camilla CALATO
“Last Year. One day at a time” è un progetto che ho iniziato nel 2019 e mi ha accompagnato per gran parte del 2020, come una sorta di diario personale. É un progetto materico in cui ho inserito anche diversi scritti, frasi/poesie perché volevo realizzare qualcosa che mi rappresentasse, che parlasse di me e che fosse il più completo possibile.
Come tutti, ho vissuto la pandemia da Coronavirus e il lockdown che nel 2020 ci ha portati a guardare le cose da un nuovo punto di vista. […]
La fotografia mi ha sempre aiutata e salvata in questi momenti, per cui ho deciso di tenere questo diario (che ho cucito e realizzato interamente a mano da sola, usando materiali e oggetti che avevo in casa, nel modo più “veritiero” che ho trovato di raccontare un periodo in cui effettivamente non si poteva uscire di casa nè avere molte pretese), proprio per poter tenere traccia di tutti quei pensieri e quelle emozioni che affollavano la mia mente. Ho cercato di “creare una storia” attraverso le fotografie, lasciandomi guidare solamente dalle sensazioni e dalle emozioni.
IL TEMPO NATURALE
Martina D’AGRESTA
Francesco vive in una casa nel bosco. Da lì osserva la natura nella sua bellezza, nella sua varietà, nella sua crudeltà. Conosce i cicli inesorabili del creato e si sente parte di esso. Dentro al bosco invecchiare è accettabile. Ogni cosa ha il suo tempo naturale.


SPINE, FERITE, OSSA ROTTE
Alice DINI
Il bosco non ha colori né vita, ha contrasti.
Rami spogli e spezzati, spine pungenti, superfici scabre.
Un bosco occulto, malefico, come certe emozioni umane.
CREATURE DELLA PIANURA SELVAGGIA
Francesco DOLCI
Il mio lavoro rientra nella proposta “Riletto e Riscritto” e vuole essere un omaggio alla nostra tradizione popolare di miti e leggende della Pianura padana e del Po. I soggetti delle mie fotografie sono tutte creature del Folklore, la cui esistenza aveva una funzione ed un ruolo nella cultura popolare, come la Lorda il cui scopo, tramite la paura, era tenere lontani i bambini dai fossi, o il Barbanen il cui ruolo era tenere in guardia le ragazze da giovani amori, Tutti questi personaggi sono scomparsi dal nostro tempo, come dimenticati. Ho voluto quindi con queste foto renderli nuovamente protagonisti dei loro e dei nostri territori, in quanto abbiamo condiviso con loro la nostra storia e sono alla base della nostra cultura. Nonostante tutte le foto siano realizzate nei pressi del Po, volevo che avessero un aspetto indefinito, onirico, non riconducibile a posti specifici, affinché potessero adattarsi a tutti i luoghi della pianura.


INTROIBO
Barbara DOMENIS
Il bosco è un luogo dove addentrarsi e perdersi in un cammino che inizia incerto e conduce ad esplorare l’interiorità.
Il passaggio attraverso il bosco diventa una sorta di rito per comprendere un mondo dove ciò che dapprima appare come negativo, non attraente e da evitare, una volta affrontato puó regalare emozioni positive, piacevoli, intense e inaspettate.
Il bosco si fa ossimoro, le ombre sottendono la luce, e allora, solo allora, finalmente si affaccia un senso.
SPIRAGLI
Eleonora DOTTORINI
Luogo ombroso, intricato, incantato, ignoto, fiabesco: l’uomo, nella sua storia, ha spesso avuto il bisogno di affrontare la foresta per raggiungere una nuova mèta, per scoprire nuove strade, per trovare ciò di cui poteva avere bisogno per vivere. Ma il bosco, con la sua imperscrutabilità e imponenza, non è soltanto l’intreccio di alberi, fiori ed ecosistemi preziosi. Attraversare la foresta è una metafora del vivere, inoltrarsi nei boschi implica la possibilità di smarrirsi e il rischio di essere sovrastati da ciò che non possiamo controllare. Il bosco è l’archetipo dell’ombra, l’immagine dei tratti labirintici in cui, a volte, la vita costringe ad avventurarsi. Tra le intricate fronde dei pensieri che diventano angosce, gli spiragli ci ricordano che, anche se il cammino dovesse essere tortuoso e in salita, alla fine il buio della selva lascia sempre spazio alla luce del cielo.


VEDERE IL MARE
Luca FARANFA
IL PALAZZO DEI PENSIERI INCROCIATI
Gashanew FICINI
Un vecchio cementificio diventa involontariamente una galleria di Street Art a cielo aperto, dove i significati degli spazi cambiano completamente, le mura rimaste in piedi raccontano pensieri attuali che si intrecciano con quelli di chi ha lavorato nel passato in questi luoghi.
Ciò che ormai è trascorso torna a vivere, trasformandosi, rinnovandosi e dando un nuovo senso a quello che rimane.


CONFINI – FUORI E DENTRO
Liceo Statale E MEDI
L’idea iniziale è stata quella di creare un piccolo laboratorio di fotografia che avesse come obbiettivo la realizzazione di storie per immagini che venissero stampate ed allestite su leporelli.
La scommessa è stata di far lavorare a gruppi ragazzi che, pur frequentando il medesimo istituto, non si conoscevano prima del corso.
La soddisfazione è stata vedere come, incontro dopo incontro, le storie sono sbocciate, frutto dell’incontro e della condivisione delle idee e del lavoro e si sono concretizzate non solo nei quattro leporelli collettivi in mostra, ma anche nei 15 racconti personali che ogni ragazzo alla fine ha realizzato per sé.
TRATTI DI CARATTERE
IIS Podesti
L’autoritratto è forse una delle cose più difficili da fare in fotografia; vuol dire mettersi a nudo davanti ad una macchina fotografica, vuol dire essere totalmente autentici affinché quella foto ci rispecchi veramente.
I ragazzi hanno provato a stare davanti all’obiettivo raccontando il loro carattere attraverso le luci, la composizione fotografica, le ombre… e poi a giocare ironicamente con il “carattere” creando un’elaborazione grafico-tipografica dove parole e segno alfabetico completano quel “racconto di sé” iniziato con la fotografia.


NEL BEL MEZZO DEL NOSTRO CAMMINO
Istituto Meucci di Carpi
Nel bel mezzo del nostro cammino, in una giornata un po’ nuvolosa, ci ritrovammo ad attraversare un bosco, un parco in divenire e le strade della nostra città, alla ricerca di emozioni, sensazioni, di ritrovare la nostra spontaneità e la nostra giovinezza.
Le ritrovammo riguardando le immagini, riflettendo su ciò che avevamo riportato, condividendo le nostre impressioni, le nostre motivazioni, il nostro sentire.
Le nuvole, con le sue macchie antropomorfe, il chiaro e lo scuro del bosco, la natura degli alberi nel sentiero del parco, la fatica dei lavoratori, i profili perfetti della città, la voglia di raccontare cercando di includere nella foto più strada e più cielo possibile.
Così si impara ad apprezzare il giudizio degli altri, con la condivisione, nonostante le nostre sospensioni dalla scuola parlino diversamente.
PALAZZO DI ATLANTE 2.0
Monica MANGHI
“la giostra delle illusioni è il palazzo, è il poema, è tutto il mondo” – Italo Calvino.
Il Palazzo di Atlante è un luogo dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, un maestoso palazzo di marmo che è il portale della felicità, o quasi, da cui è impossibile uscire creato dal mago Atlante grazie ad un incantesimo.
Secondo Calvino il palazzo di Atlante è una metafora dell’esistenza dell’uomo e della sua illusoria e continua ricerca di appagamento dei propri desideri. Ho provato ad immaginare un moderno Palazzo di Atlante come se fosse una galleria shopping o un centro commerciale, luoghi in cui l’oggetto del desiderio si materializza dinanzi a noi in una vetrina, un’oasi felice nel caos della vita.
Hanno un’aura seducente e intrigante, sono eleganti e patinati, ma sono anche labirinti da cui è difficile uscire.


STIMMUNG
Angelica PACIOCCO
Esistono parole difficili da tradurre ma facili da sentire, parole che si comprendono nel cuore e nel petto, senza sapere perché.
In tedesco si usa il termine Stimmung per definire la sensazione di libertà e di connessione con la natura. L’uomo, lontano dalle luci e dai rumori della metropoli, si fonde e diviene tutt’uno con gli alberi, le foglie ed il prato che lo circonda, come tornasse alle origini nel grembo materno.
Il bosco è casa, il bosco è Stimmung
non va compreso, va sentito.
EVERY HEART IS A LONESOME HUNTER
Francesco PILERI
È il diario di un outsider.
Non è un manuale di sopravvivenza attendibile.
È il viaggio di chi vorrebbe fuggire dalla società.
Prova ad essere la cura per un cuore infranto.
Non ha un inizio né una fine.


LE RADICI DELLA FANTASIA
Luciana POLTRONIERI
Esplorare un luogo naturale – immergersi con tutti i sensi – significa sorprendersi, scoprire un meraviglioso combinarsi di ordine e caos. Il progetto vuole ripulire lo sguardo per riportarlo a osservare e sentire con attenzione il mondo, allenando l’immaginazione e, di conseguenza, il pensiero laterale. Ecco dunque che una radice di albero diventa un coccodrillo, un cuore o un uccello.
BRICIOLE DI PANE
Silvia RICCI
Quella donna dal carattere deciso si è risvegliata nella foresta.
Gli alberi aprono strade che subito si richiudono, la fitta vegetazione distrae, confonde. L’immaginazione si mescola alla realtà, ai sogni e agli incubi.
Si chiama Argentina, intrappolata in una realtà che sembra familiare, ma che non riconosce. Argentina è mia nonna e ha l’Alzheimer.
Lavoro realizzato in Polaroid Now+ i-Type Instant Film


ACQUA
Pietro SEBASTIANI
Questo è il mio primo approccio alla fotografia, un progetto sviluppato negli ultimi due anni. Con queste foto ho cercato di fermare quel qualcosa che accadeva dentro di me e davanti ai miei occhi, suscitandomi sensazioni e voglia di conoscere.
In queste immagini ho cercato di rappresentare i momenti e le atmosfere che caratterizzano un piccolo ruscello di campagna che esploravo quando ero piccolo e che, dopo diversi anni, sono tornato a percorrere in compagnia di mio nonno, scoprendo luoghi di cui non conoscevamo l’esistenza, e ritrovandone altri più familiari.
COSA SUCCEDE AL MAC’È
Spazio Giovani Mac’è
Allo Spazio Giovani Mac’è accedono adolescenti che cercano un aiuto per fare i compiti che gli sono stati assegnati a scuola. Ma nella seconda metà del pomeriggio si possono sfogare in giochi, balli, canti, e anche laboratori.
Quando ci siamo seduti in cerchio, per iniziare ad organizzare il nostro laboratorio, era un continuo vociare, parlottare, chattare. Sicuramente bisognosi di relax.
Però si sono fatti coinvolgere ugualmente. Gli è stato chiesto di immaginare di trovarsi all’interno del Mac’è, senza la possibilità di poter parlare, e nemmeno chattare, per raccontare il luogo in cui si trovavano, per riportarlo ai propri genitori e ai propri amici. L’unica possibilità che veniva offerta loro era la possibilità di utilizzare il proprio cellulare per raccontare con le fotografie il luogo che stavano frequentando.


IL SENTIERO DELLE FORESTE SACRE
Samuele VISOTTI
Spesso il bosco viene visto dal pensiero collettivo come un luogo tetro e angosciante, eppure per chi come me ci è cresciuto, il bosco rappresenta uno spazio dove rifugiarsi dal frastuono quotidiano. Fin da piccolo mi venivano raccontate storie e favole ambientate nei boschi delle Foreste Casentinesi, le quali suscitavano in me curiosità e fascino, portandomi a considerarlo sempre più un luogo sacro. Ho cercato di riportare questo mio sentimento attraverso il linguaggio fotografico, in particolare tramite l’utilizzo della tecnica della sovraesposizione, creando fotografie piene di luce e dai forti bianchi che riportano a questo immaginario onirico.

[IMMAGINATI & IMMAGINARI]
Il progetto espositivo per la 7° edizione di CARPI FOTO FEST 2023 FOCUS GIOVANI [IMMAGINATI & IMMAGINARI], si svolgerà a Carpi (MO) dal 6 al 21 maggio 2023, presso la SALA DEI CERVI, PALAZZO DEI PIO.
L’esposizione è aperta a tutti i fotografi residenti in Europa con un massimo di età di 35 anni, in forma individuale o collettiva, ed è GRATUITA SU INVITO DEGLI ORGANIZZATORI.
CONCEPT:
Ci sono scrittori che attraversano le epoche e i linguaggi, che lasciano una traccia significativa nell’idea stessa del rileggere e reinterpretare il mondo, creando nuovi percorsi da intraprendere attraverso la creatività, l’umanità, i sentimenti e la cultura. ITALO CALVINO, del quale nel 2023 si festeggeranno i 100 anni dalla nascita, è stato tutto questo.
Il CarpiFotoFest 2023, nello spirito di condivisione e confronto che ha attraversato le edizioni precedenti, ha deciso di rendere omaggio al grande scrittore italiano attraverso la proposta di un’OPEN CALL destinata al pubblico dei giovani autori e dedicata alla creazione di PROGETTI FOTOGRAFICI, FANZINE, DUMMY BOOK e LIBRI D’ARTISTA.
Narratore e saggista, Calvino ha sempre visto nei libri e nella scrittura la possibilità per allargare la concezione del mondo e dare libero sfogo alla propria creatività al fine di rivedere in modo sempre differente la realtà. Attraverso romanzi, racconti e saggi conserviamo la capacità di immaginare e costruiamo un nuovo vocabolario di parole che ci permettono di “inventare” percorsi personali senza che siano altri a farlo per noi.
CarpiFotoFest 2023 propone quindi ai fotografi UNDER 35 di cimentarsi in una riscrittura personale in cui immagini e parole andranno a rileggere alcuni dei temi dell’opera di Calvino. Le strade poetiche percorse dal grande scrittore sono veri e propri itinerari di viaggio che si dipanano lungo tutta la vita e la produzione dell’autore.
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Negli anni ‘50 Calvino pubblica la trilogia de I nostri antenati che lo consacra ufficialmente come scrittore dopo un inizio significativo con Ultimo viene il corvo e Il sentiero dei nidi di ragno, opere legate alla sua esperienza durante il periodo della Resistenza. Nella sua poetica si affaccia una nuova tematica strettamente connessa al dualismo della professione che sta intraprendendo: la vita andrebbe descritta o vissuta? La risposta a questa domanda diventa il quesito centrale delle sue tre opere, Il visconte dimezzato (1952), Il barone rampante (1957), Il cavaliere inesistente (1959). I tre protagonisti incarnano la continua ricerca del proprio posto nel mondo. Il visconte Medardo rappresenta il senso dell’incompiutezza che spesso attraversa la nostra vita, il barone Cosimo sceglie di vivere il mondo da un punto di vista diverso, ma la mancanza dell’amore rende anche lui incompleto; il cavaliere Agilulfo è la raffigurazione stessa della inadeguatezza alla vita essendo pura coscienza ma anche assenza totale di realtà.
Il percorso compiuto da Calvino attraverso il ciclo dei Nostri antenati lo porta a scontrarsi con l’evidenza di una realtà che non esaudisce le sue aspettative, che appare deludente e insufficiente. Ed ecco allora che progressivamente si avvicina al mondo del fiabesco. Per due anni si dedica alla raccolta di fiabe scritte, o raccontate, che attraversano tutta la tradizione culturale italiana. I racconti vengono poi da lui tradotti dal dialetto all’italiano perché possano essere compresi da tutti, così da poter rimettere in circolo la fantasia, la dolcezza e l’umanità delle storie del nostro passato.
In quest’ottica rientra anche il testo introduttivo che Calvino realizzò nel 1966 per l’edizione Einaudi dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. Con lo scritto di Calvino prese forma una rilettura straordinaria dell’opera, che intervalla il commento e la prosa alla narrazione in versi. Calvino non seguì l’ordine dei canti ma il suo percorso all’interno del poema diventò una sorta di guida contemporanea per un’opera classica, aggiornandola quindi al linguaggio del lettore moderno. Calvino ammirava profondamente Ariosto e la sua capacità di interpretare e re-interpretare continuamente attraverso la creazione fantastica. Ariosto sceglie di riscrivere con una nuova prospettiva la tradizione del ciclo carolingio e di quello bretone, ma anche di completare e quindi ridefinire l’Orlando Innamorato di Matteo Maria Boiardo. Calvino rinnova il punto di vista della storia, la rende più semplice ma al tempo stesso più umana, appassionata, avventurosa. Utilizza con eccezionale consapevolezza l’ironia per raccontare la follia di Orlando e la costante fatica di Astolfo. Ci permette di orientarci all’interno del complesso intreccio della storia dei paladini facendoci diventare loro compagni di viaggio e di avventura.
Se la mancanza di amore per il barone Cosimo è conseguenza della sua scelta estrema e per Orlando il seme stesso della follia, per Calvino l’amore arriva improvviso e inaspettato. E Calvino ne viene travolto. Da quel preciso momento la vita reale diventa bellissima, anche quando è difficile, anche quando ti costringe a fare scelte radicali. E Calvino non rinuncia quindi a raccontare storie d’amore mancate ed impossibili, narrando quella straordinaria avventura che è il sentire. L’amore fa sorridere, piangere, sorprende, travolge, ti tiene attaccato alla terra o ti innalza verso l’impossibile (come ad esempio ne L’avventura di un fotografo all’interno de Gli amori impossibili).
Perché alla fine noi siamo ciò che abbiamo vissuto e amato.
Il castello dei destini incrociati (1973) e Una notte d’inverso un viaggiatore (1979) ci accompagnano verso la dimensione più complessa di Calvino, che non smette di rinnovare costantemente il suo campo di azione, la sia visione e il suo modo di scrivere. Il primo romanzo sembra raccogliere tutta l’esperienza culturale dello scrittore, che attraversa il mito, la storia, la letteratura, l’arte. Ciò che lo interessa è la complessità del meccanismo narrativo e il modo in cui gli elementi del racconto si combinano e si intrecciano; ed ecco allora che l’uso dei tarocchi disposti in modo diverso, i quali suppliscono alla mancanza delle parole per i protagonisti, sono veicoli per differenti storie che prendono forma nelle combinazioni sempre nuove delle carte.
Nel romanzo Una notte d’inverno un viaggiatore, Calvino gioca con i ruoli del creatore e del lettore, quest’ultimo infatti non riesce a completare la lettura di racconti di cui vengono proposti solo gli incipit. La creazione artistica non dà risposte ma permette di completare ciò che non è completo, e di ridefinire l’itinerario di ciò che sembra dover obbligatoriamente percorrere una strada ma improvvisamente si trova proiettato altrove.